Tre maestri
In una classe di scuola elementare, con bambini di diverse estrazioni sociali, per tre giorni si alternano tre diversi maestri: un comunista, un liberista e un liberalsocialista.
Il maestro comunista
Il primo giorno, quando è ora della merenda, i bambini tirano fuori ciascuno la propria. I bambini ricchi hanno merende confezionate o di pasticceria, quelli meno ricchi la focaccia del panettiere o preparata in casa dai genitori, purtroppo poi qualche bambino non ha niente.
Il maestro comunista, notando questa sperequazione, interviene. Sequestra tutte le merende, le divide in parti uguali e identiche e le ridistribuisce ai bambini.
Qual è il risultato? Tutti i bambini hanno la stessa identica merenda, uguale per tutti. Ma in realtà pochi sono contenti, la maggior parte è triste perché comunque non ha quello che voleva o che gli piaceva. Al punto che anche alcuni bambini meno ricchi si sono ritrovati magari con una quantità maggiore di cibo, ma non del loro gusto. I bambini poveri, che non avevano niente, così almeno hanno qualcosa da mangiare. Chi aveva molto ora ha meno. Questa è l’uguaglianza paritaria.
Il maestro liberista
Il giorno dopo il maestro liberista assiste alla stessa scena. C’è che chi ha di più, chi di meno e qualcuno niente. I bambini fremono e il maestro decide di lasciar loro totale libertà nella gestione delle merende. Iniziano le contrattazioni e i bambini ricchi cedono una parte delle loro merende costose, attratti dalle merende più casarecce ma più gustose dei loro amici meno abbienti, viceversa i bambini del ceto medio sono attratti dalle merende confezionate. Altri bambini sono contenti della propria merenda di partenza e non partecipano allo scambio. Purtroppo i bambini senza merenda rimangono a pancia vuota, a meno della generosità di qualcuno. Il risultato delle attività commerciali è che grazie allo scambio qualcuno migliora la propria posizione rispetto alle condizioni di partenza ma comunque nessuno la peggiora. Rispetto al comunismo applicato il giorno prima ora nessuno è scontento rispetto a quando è entrato in classe, ma chi non aveva la merenda è ancora rimasto senza. Questa situazione è detta Pareto-efficiente, dove chi può, chi riesce, migliora la propria posizione senza che nessuno la peggiori, e segue la filosofia liberale. Il libero scambio inoltre alloca le risorse secondo i gusti individuali.
Il maestro liberalsocialista
Il terzo giorno si presenta il maestro liberalsocialista. Al momento della merenda, notando che alcuni bambini non hanno niente, anche lui interviene. Chiede a tutti coloro che hanno portato la merenda una piccola parte con le quali crea delle merende da dare a chi non ne aveva, e poi lascia che i bambini procedano con gli scambi, come ha fatto il maestro liberista. In questo caso al prezzo di una tassa consente a tutti di avere la pancia piena e allo stesso tempo permette che il libero mercato allochi le risorse al meglio, secondo i gusti individuali. Non è propriamente una situazione Pareto-efficiente perché probabilmente qualcuno sarà rimasto scontento della tassa, e quindi non si può più dire che nessuno sia peggiorato. Ad ogni modo, grazie al libero scambio successivo, tutti hanno però la possibilità di migliorare la propria posizione. Anche chi ha ricevuto la merenda di sussistenza può partecipare, migliorando nel caso ulteriormente la propria posizione rispetto a quella iniziale.
Se potessero votare, i bambini quale maestro sceglierebbero?
La storia ha dimostrato che il comunismo, pur partendo dal bel ideale di uguaglianza e giustizia sociale, per il fatto di imporre le scelte e sopprimere le libertà, abbia fallito. Ma soprattutto perché nonostante i buoni propositi scontentava quasi tutti.
D’altra parte il liberismo puro, sebbene non imponga alcunché a nessuno e lasci la piena libertà agli individui, ha dei grossi problemi etici perché relega ai margini chi non ha i mezzi, neanche per partire. (Sarà per quello che le società più liberiste e capitaliste hanno una grande presenza di enti caritatevoli – i bambini generosi nel mio esempio?).
Penso che il sistema preferibile sia quello della terza via, dove lo stato garantisce a tutti i bisognosi un minimo di sussistenza, ma poi permette che la mano invisibile alla Adam Smith allochi al meglio le risorse, lasciando la massima libertà possibile a tutti gli individui.
Ulteriori considerazioni
Il comunismo, così come lo stato sociale nelle democrazie liberali, spesso nel voler applicare la redistribuzione delle risorse semplificano, adottando il concetto di uguaglianza invece che quello di eguaglianza o meglio equità.
Questo disegno molto diffuso in rete spiega perfettamente la differenza.
Il modello liberista, al di là delle considerazioni etiche su chi non ha niente o parte svantaggiato, ha anche alcuni ulteriori problemi di funzionamento, i cosiddetti fallimenti del libero mercato. Situazioni particolari in cui il meccanismo della mano invisibile si inceppa e non riesce a produrre neanche l’ottimo paretiano. Ecco perché l’intervento dello stato è comunque necessario. Ne parlerò in un prossimo articolo.