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Tag: reportage

Romică, i lipoveni e il Delta

Romică, i lipoveni e il Delta

Romică è un pescatore lipoveno. I Lipoveni sono una piccola comunità russa fuggita dalle riforme di Pietro il Grande e poi da Caterina II nel ‘700 – loro praticavano riti antichi e non volevano sottostare alla modernizzazione imposta dagli zar. Romică mi dice che a molti suoi avi hanno tagliato la testa. Hanno trovato rifugio nel Delta del Danubio, molti di loro erano pescatori sul Don e sul Dinipro e qui si sono ambientati, anche se alcuni venivano dalla regione di Mosca, come gli avi di Romică. A Mila 23 i lipoveni sono la maggioranza e non è raro sentire parlare russo… “khorosho khorosho“.

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Cina 2004

Cina 2004

La “scusa” di questo viaggio è stato il matrimonio di Bryan e Xiao He che si è tenuto ad Anshan l’8 agosto 2004.

Il matrimonio di Bryan e Xiao He

Dopo cerimonia e festeggiamenti siamo volati da Shenyang a Shanghai, e poi da lì sempre in treno per migliaia di chilometri fino a Xi’an passando per le storie Luoyang e poi di ritorno verso Pechino da Pingyao. Eravamo sempre in treno, di notte, eppure dalla cartina si capisce quanto sia vasta la Cina…

China travel map
Mappa viaggio Cina

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Maramureș 1998

Maramureș 1998

La civiltà romena è civiltà del legno, della sua bontà e della sua forza, della religiosa e solida mitezza di utensili familiari, delle panche e delle tavole che conservano nella casa il ricordo dei grandi boschi nei quali, anticamente, la popolazione autoctona cercava sicuro rifugio dinanzi all’invasore di turno.
Claudio Magris, Danubio (1984).

Se l’Italia ha dato al mondo la civiltà del marmo e della pietra, il Maramureș ha dato al mondo la civiltà del legno.

Da Bucarest con il treno, per raggiungere Vatra Dornei, cambiamo a Pașcani, una piccola città moldava, in realtà villaggio fatto città dall’industrializzazione. Nella piazza c’è un po’ di verde pubblico, il mercato, la stazione, alcune palazzine prefabbricate e questo è tutto. Sono le cinque del mattino. Pendolari arrivano con un treno e invadono come formiche il corso principale. Inizia la giornata a Pașcani.

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Mosca 1996

Mosca 1996

25. VIII. 1996

In volo sull’Europa. Ore 17:05. Il viaggio è ufficialmente iniziato. Il volo di linea Aeroflot su286 è bellissimo: fa schifo. L’Iluscin-86 visto da dentro sembra avere decenni di vita, in pratica non hanno mai rifatto gli interni. I sedili sono sfondati, e i tessuti, logori, puzzano di vissuto umano. L’altoparlante gracchia. Ma d’altronde non posso non essere contento: non cercavo proprio questo?

Ero seduto, ovviamente lato finestrino, con due ragazze russe di fianco. Bella lì, ho pensato, ora faccio un po’ di conversazione ostellante… arriva una terza e iniziano a confabulare fra loro. Ad un certo punto l’arrivata si rivolge a me dicendo, «scusi… signore-parla-italiano?». Io, esaltato, «Sì!», «allora possiamo fare cambio posto?»… per la mazzata che ho preso l’aereo ha un rollio di 30°. Così per stare vicino alle amiche mi sbatte in business class  (che non cambia un cazzo dall’economy: socialismo reale) a fianco di altre due ragazze russe: Susha di otto anni e Ina di sette, entrambe di Tula. Ma di bambini l’aereo è pieno, ce ne sono almeno duecento, sono quelli che vengono a passare le vacanze in una famiglia italiana.

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