Romică, i lipoveni e il Delta

Romică, i lipoveni e il Delta

Romică è un pescatore lipoveno. I Lipoveni sono una piccola comunità russa fuggita dalle riforme di Pietro il Grande e poi da Caterina II nel ‘700 – loro praticavano riti antichi e non volevano sottostare alla modernizzazione imposta dagli zar. Romică mi dice che a molti suoi avi hanno tagliato la testa. Hanno trovato rifugio nel Delta del Danubio, molti di loro erano pescatori sul Don e sul Dinipro e qui si sono ambientati, anche se alcuni venivano dalla regione di Mosca, come gli avi di Romică. A Mila 23 i lipoveni sono la maggioranza e non è raro sentire parlare russo… “khorosho khorosho“.

Romică mi dice che quando prepara la ciorbă de pește, la zuppa di pesce, lui usa l’acqua del Delta. Perché quello è il sapore autentico. Aggiunge, quasi a rassicurarmi, che se ha ospiti usa invece l’acqua del rubinetto. Ma loro sono abituati, la bevono quando in barca finisce la birra e hanno sete.
Gli chiedo come sia la vita sul Delta d’inverno. “È dura Marco… d’inverno si sopravvive“. “A volte riesci a fare 200 lei (50 euro) e con quelli devi tirare avanti un mese“.

Una famiglia, 50 euro, un mese. Romică ha una “moglie” di 18 anni più grande. “Ma io non mi vergogno, io la presento e dico che è mia moglie senza problemi“. Sono ‘sposati’ da 23 anni. Fra virgolette perché non sono coniugati civilmente. Dopo tanti anni lui vorrebbe anche ufficializzare il loro matrimonio, ma lei dice che va bene così.

Mila 23 è un villaggio di neanche 500 abitanti. Ma da qui sono arrivati fra i migliori canoisti del mondo, sportivi formidabili, campioni mondiali e olimpici. Il più noto è Ivan Patzaichin, russo lipoveno, classe 1949. Ha collezionato 9 titoli mondiali di canoa canadese, ma soprattutto ha partecipato a cinque giochi olimpici consecutivi: Città del Messico ’68, Monaco ’72, Montréal ’76, Mosca ’80 e Los Angeles ’84, vincendo 4 ori, mancando solo Montréal per un en plein storico. A Los Angeles i paesi del blocco sovietico non parteciparono, rispondendo così al boicottaggio degli Stati Uniti alle Olimpiadi di Mosca di 4 anni prima, per protesta nei confronti dell’invasione dell’Afghanistan. La Romania, che già nel ’68 rifiutò di partecipare all’invasione della Cecoslovacchia, era sempre più lontana dai sovietici. Liberale in politica estera, Ceaușescu era un terribile dittatore internamente. Ma l’occidente faceva finta di non sapere e concedeva alla Romania di Ceaușescu, spina nel fianco del patto di Varsavia, condizioni commerciali di favore. Ceaușescu non perse l’occasione di affrancarsi ancora una volta da Mosca e la Romania partecipò così alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984, consentendo al nostro Ivan di conquistare il suo quarto oro olimpico, 16 anni dopo il primo.

“Lo sport con la canoa mi ha fatto conoscere il mondo, e il successo“, dice Patzaichin “ma non ho mai dimenticato il luogo dove ho imparato di più, il villaggio mio del Delta, Mila 23. Per soddisfare il sogno di diventare campione ho perseverato, ho coltivato il mio talento, ma soprattutto ho sempre tenuto in mente quello che mi ha insegnato la gente del Delta del Danubio: per essere rispettato devi prima rispettare tu, innanzitutto il lavoro, le persone, la natura“.

Ivan Patzaichin di ritorno dai giochi di Monaco pagaia con il padre
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